Covid-19 e informazione, Tv e internet le fonti principali

Da quando è iniziata la pandemia la principale fonte di informazione sul Covid-19 finora sono stati la televisione e internet. Il 42,7% degli italiani ritiene poi di avere un ottimo livello di conoscenze sulla vaccinazione contro il Covid-19, mentre per il 23,3% il proprio livello di conoscenza è scarso o sufficiente, e circa un terzo lo considera discreto.  Si tratta di alcuni dati evidenziati dall’indagine condotta dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa su un campione di oltre 12.300 italiani.

Gli over 65 si considerano i più sicuri delle proprie conoscenze

Se la fonte di informazione principale sul Covid-19 finora sono stati la tv (66,6%) e internet (45,3%), a sentirsi più sicuri delle proprie conoscenze risultano gli over 65 (48,7%), mentre a considerarsi più disinformati sono gli intervistati di età compresa tra i 45 e i 54 anni (26,9%). Nel prossimo futuro però la maggior parte degli italiani vorrebbe poter ottenere maggiori informazioni sul Coronavirus, in particolare sui vaccini anti-Covid, su come funzionano e sugli eventuali effetti collaterali. Ma di chi vorrebbero essere più informati? Direttamente dalle istituzioni sanitarie (54,6%), riporta una notizia Ansa, oppure da medici di medicina generale e pediatri di libera scelta (45,5%), o da medici specialisti (34,5%).

Vaccinarsi si o no? Dipende dall’efficacia del vaccino, ma non solo

L’indagine inoltre ha analizzato i fattori che possono aumentare la propensione a vaccinarsi, come il tempo necessario a vaccinarsi o le modalità di prenotazione. Dall’indagine quindi è emerso che la probabilità di vaccinarsi tra gli intervistati aumenta quando il luogo della somministrazione del vaccino è più accessibile e facilmente raggiungibile, oppure quando l’efficacia del vaccino è maggiore, il tempo necessario per vaccinarsi è minore, e quando l’appuntamento per la vaccinazione è comunicato e confermato automaticamente, a meno di cancellazione.

Gli interventi suggeriti per aumentare l’adesione alla campagna vaccinale

Sempre secondo l’indagine, al contrario, la propensione a vaccinarsi cala quando il rischio di effetti collaterali è maggiore e la maggioranza della popolazione è contraria alla vaccinazione. Tra gli interventi suggeriti per aumentare ancora di più l’adesione alla campagna vaccinale, oltre a inserire nei siti web regionali e aziendali una sezione informativa sull’efficacia e i rischi dei vaccini, “ci dovrà essere senz’altro una strategia di comunicazione mirata, condivisa e unica, semplice e comprensibile anche a chi è meno istruito”, commenta Sabina Nuti, rettrice della Scuola S. Anna di Pisa.