Aumento della rata del mutuo a tasso variabile: cosa accade ai cittadini?

Lo conferma l’Osservatorio SalvaLaTuaCasa di Save Your Home, realizzato da Nomisma e presentato alla Camera dei Deputati: nel biennio 2022-2023 i 95 miliardi di mutui erogati a tassi più elevati rispetto al recente passato hanno fatto quasi raddoppiare il tasso medio delle consistenze, superando il 3%.

Un effetto accentuato dalla quota di mutui a tasso variabile, che hanno registrato un picco tra settembre 2022 e febbraio 2023.
Le famiglie in bilico e quelle insolventi (il 16% delle famiglie analizzate), si trovano in una posizione di maggiore criticità.
Questa situazione ha infatti portato molte famiglie ad avere problemi con la gestione della rata del mutuo.

Un italiano su quattro teme di avere difficoltà a rispettare il rimborso

Tra il 50% degli italiani maggiorenni con almeno un finanziamento in corso uno su quattro teme nel 2024 di avere difficoltà a rispettare regolarmente il rimborso delle rate.
Il 46% delle famiglie in bilico ha in corso un prestito finalizzato all’acquisto di un bene o servizio (famiglie insolventi, 44%), o un prestito legato a una necessità di liquidità (30% in bilico, 20% insolventi), o una rateizzazione di pagamento tramite carta revolving o dilazione Buy Now Pay Later (25% in bilico, 43% insolventi).

A fine 2023, a causa del prolungato incremento dei tassi di interesse, aumentano le famiglie che devono sostenere una rata più alta. Infatti, l’incidenza delle famiglie con una rata mensile, tra mutuo e credito al consumo, superiore a 700 euro è passata dal 27% al 40%.

Si contrae il reddito residuo fino al 51%

Le dinamiche più marcate e allarmanti sono legate agli incrementi delle rate dei mutui a tasso variabile, circa il 40% dei mutui attualmente in fase di rimborso.
La violenta risalita del costo del denaro in meno di due anni ha generato aumenti compresi tra il 35% e il 119% della rata mensile, con una conseguente contrazione del reddito netto residuo disponibile fino al 51%.

La potenziale criticità è destinata a permanere anche nel medio termine, in quanto le prospettive di riduzione del costo del denaro sono graduali e diluite nel tempo.
Malgrado il tasso di default delle famiglie sia complessivamente rimasto su livelli contenuti, in mancanza di soluzioni efficaci i tassi ancora elevati possono impattare sulla qualità del credito.

Il mercato delle aste immobiliari

Storicamente, l’aumento dell’Euribor a 3 mesi si traduce in un aumento dei crediti deteriorati con un ritardo temporale di 12-18 mesi. Di conseguenza, il significativo aumento dell’Euribor desta preoccupazioni, se non sarà affiancato da interventi efficaci di supporto.
Una situazione che si rifletterà probabilmente anche sul mercato delle aste immobiliari, stimate per il 2024 tra 160mila/180mila (+12% vs 2023).

Le aste, però presentano molte criticità e inefficienze, con macro-costi per il sistema pubblico e le famiglie escusse. I prezzi di aggiudicazione arrivano infatti a dimezzare il valore dell’immobile, mentre la lunghezza e l’onerosità dei procedimenti riducono ulteriormente il ricavato effettivo, lasciando ampie quote di scoperto a danno di creditori e debitori.