Climate change, gli italiani cosa sarebbero disposti a fare per contrastarlo?

Il 22 aprile cade un appuntamento importante, la Giornata della Terra. Un’occasione per celebrare e tutelare il nostro pianeta, un momento educativo e informativo voluto inizialmente da John Fitzgerald Kennedy e sostenuto poi dal senatore democratico Gaylord Nelson. In concomitanza con questo evento, Ipsos ha condotto un sondaggio globale intervistando persone in 29 paesi per esplorare le loro opinioni sul cambiamento climatico e su quali azioni tendano a vedere come più impattanti nel ridurre le emissioni di CO2.

Solo il 29% degli italiani pensa che la politica abbia un piano efficace

Il sondaggio mostra che in Italia solamente il 29% dei cittadini crede che il governo abbia un piano chiaro su come operare contro il cambiamento climatico. Inoltre, anche la convinzione di dover agire contro i cambiamenti climatici per salvare le future generazioni è in calo rispetto al precedente anno a causa delle altre crisi globali.

Italia leader nel cambiamento? Non esattamente

In Italia, non si pensa che il proprio paese sia leader nell’affrontare questa emergenza. Tuttavia, la maggioranza concorda nel ritenere che ciascuno dovrebbe fare di più. Il 61% del campione pensa che l’obbligo maggiore ricada sui paesi più responsabili dell’emergenza climatica, ma allo stesso tempo è consapevole del fatto che nessuno può affrontarlo da solo.
Gli intervistati hanno dimostrato di essere consci dell’importanza dell’azione individuale: sette su dieci (70%) concordano sul fatto che se ognuno facesse piccoli cambiamenti nella propria vita quotidiana, ciò potrebbe avere un grande impatto nella lotta al cambiamento climatico. Inoltre, anche se le condizioni economiche attuali sono difficili, il 41% degli italiani pensa che sia giunto il momento di investire in misure necessarie a contrastare i cambiamenti climatici, considerato anche l’impatto negativo su Paesi ormai vicini.

C’è anche chi pagherebbe più tasse contro il climate change 

In merito alle azioni messe in atto dai singoli individui c’è una quota in Italia, seppure minoritaria del 22%, che afferma di essere addirittura disposto a pagare più tasse del proprio reddito per contrastare il cambiamento climatico (il 39% si dichiara contrario). Invece, quote maggiori ritengono che sarebbero maggiormente incoraggiate a intraprendere azioni per combattere il cambiamento climatico se: avessero un incentivo finanziario o una riduzione delle tasse che permetta loro di acquistare bene e servizi rispettosi dell’ambiente (39%); avessero un facile accesso alle informazioni (29%); vedessero più chiaramente l’impatto degli eventi meteorologici causati dal clima nel proprio Paese (26%).