La global economy è in ritirata: come internazionalizzare il mercato?

Dal crash finanziario del 2008, che ha segnato un profondo mutamento nel movimento del capitale a livello internazionale, a guerra e pandemia, che hanno messo a dura prova la libera circolazione di merci e persone, dopo decenni la Global Economy entra in crisi. Una ricerca promossa da Calicantus, BigCommerce e Upskill 4.0 evidenzia tre modelli di imprese che oggi possono sopravvivere a questa crisi. Imprese multinazionali capaci di personalizzare l’offerta con prodotti regionali e promuovendo l’assunzione di risorse umane locali, aziende tecnologiche che forniscono prodotti in grado di superare qualsiasi frontiera, e imprese di nicchia (Made in Italy) che si distinguono per un prodotto riconoscibile, particolare, e possono sfruttare il commercio digitale per imporsi nel mercato internazionale.

Un cambio di strategia per il Made in Italy

Per il Made in Italy l’impatto del digitale ha contribuito a creare un modello di business volto alla flessibilità produttiva, derivata dall’interazione con il cliente finale. Secondo uno studio di Banca IFIS e l’Università, l’87,5% delle Top Pmi afferma che le tecnologie svolgono il ruolo di abilitatore per competere in termini di flessibilità e personalizzazione dell’offerta, il 76% nell’efficienza del processo produttivo e per il 64,6% migliora la competitività internazionale. Il 35,4% poi sostiene che la digitalizzazione possa migliorare la sostenibilità ambientale.

Valorizzare la capacità di comunicare investendo in un’infrastruttura digitale

La strategia per le imprese italiane si fonda dunque sul valore della relazione con il cliente. Nella ricerca condotta da Casaleggio Associati, il 47% delle imprese preferisce infatti una presenza internazionale grazie all’e-commerce gestito in modo autonomo. Di questi, solo il 7% è presente a livello mondiale con i marketplace. La soluzione è quindi nella valorizzazione della capacità di dialogare e comunicare, investendo in un’infrastruttura digitale che consenta di monitorare e quantificare i dati, gestire le interazioni, e convertire in valore economico.
L’82% delle aziende è già dotata di un sistema CRM, e il 67% dei dirigenti marketing ritengono l’utilizzo di marketing analytics essenziale per la competitività, citando un aumento di profitto dal 5 al 15%.

Le risorse: tecnologia e persone

Per gestire e spiegare la complessità di un prodotto è indispensabile attrezzarsi con un backoffice strutturato: un sistema di tecnologie che assicuri regole, efficienza e sia in grado di gestire un’economia di scala. La leva per poter attivare la crescita sono dati, numeri, ma anche le persone. Ma oggi le Pmi trovano nella disponibilità di competenze adeguate l’ostacolo principale nell’adozione delle nuove tecnologie. La lunghezza dei tempi di implementazione dei sistemi tecnologici, probabilmente determinata dalle limitate competenze specifiche in azienda, è un altro fattore determinante per l’evoluzione delle aziende verso il 4.0. Competenza e professionalità scarseggiano, eppure sono fondamentali per cavalcare le sfide dei mercati. In questo contesto, il sistema rallenta le iniziative e mette in allerta gli imprenditori sull’investire in progetti innovativi.