Riforma fiscale 2023: tre aliquote Irpef e flat tax

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma fiscale 2023, il cui obiettivo prevede l’introduzione di tre aliquote Irpef e la flat tax. Per l’Irpef, in particolare, si prevede una revisione dell’intero meccanismo di tassazione del reddito delle persone fisiche, in modo da attuare gradualmente l’obiettivo della ‘equità orizzontale’ attraverso l’individuazione di un’unica fascia di esenzione fiscale e un medesimo onere impositivo, a prescindere dalle diverse categorie di reddito prodotto. Vien privilegiata, quindi, l’equiparazione tra redditi di lavoro dipendente e redditi di pensione, riconoscendo la deducibilità delle spese sostenute per la produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato, e applicando, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, un’imposta sostitutiva dell’Irpef e relative addizionali con aliquota agevolata su una base imponibile. Di conseguenza, viene effettuata la complessiva revisione delle tax expenditures (attualmente 600 voci e 125 miliardi di spesa).

Riduzione aliquota IRES, ma a due condizioni

La revisione del sistema di imposizione sui redditi delle società e degli enti sarà basata sulla riduzione dell’aliquota Ires qualora vengano rispettate alcune condizioni: una somma corrispondente, in tutto o in parte, al reddito sia impiegata in investimenti/nuove assunzioni, e gli utili non siano distribuiti/destinati a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa. La condizione collegata all’effettuazione degli investimenti ha lo scopo di favorire la crescita economica e l’incremento della base occupazionale, con particolare riferimento ai soggetti che necessitano di maggiore tutela, senza interferire con i vigenti regimi di decontribuzione. In questo caso, la riduzione dell’aliquota precede l’effettuazione degli investimenti, che devono essere operati entro i due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito assoggettato a imposizione con l’aliquota ridotta.

Revisione dell’IVA

Per la revisione dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) i criteri specifici prevedono la revisione della definizione dei presupposti dell’imposta al fine di renderli più aderenti alla normativa dell’Unione europea e delle norme di esenzione. In particolare, riporta Adnkronos, razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote, revisione della disciplina della detrazione, e razionalizzazione della disciplina del gruppo Iva al fine di semplificare le misure previste per l’accesso e l’applicazione dell’istituto.

Abrogazione dell’Irap e rafforzamento dello Statuto del Contribuente 

Si dispone poi una revisione organica dell’Irap, volta all’abrogazione del tributo e la contestuale istituzione di una sovraimposta Ires, tale da assicurare un equivalente gettito fiscale per garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario, nonché il finanziamento delle Regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario. Inoltre, si rivede lo Statuto del Contribuente, con un consolidamento dei principi del legittimo affidamento del contribuente e della certezza del diritto, prevedendo il rafforzamento, da parte dell’ente impositore, dell’obbligo di motivazione e del diritto di accesso agli atti del procedimento tributario, funzionale al corretto dispiegarsi del diritto al contraddittorio.